venerdì 9 aprile 2021

Recensione A Tale of 1000 Stars


Ero convinta che, dopo tutto questo aspettare, ne uscisse una schifezza, e invece...
... e invece sono rimasta davvero stupita dalla (bellezza dell'auto militare... la voglio anch''io!) qualità che hanno saputo tirar fuori i thailandesi. 
E' vero, è un periodo che mo' per una ragione o per l'altra, sto riscoprendo storie interessanti che esulano dalla mia tanto amata/odiata ambientazione universitaria. E sarà per questo periodo storico, o per la voglia di dinamiche nuove, ma devo ammettere che questi lakorn ambientati fuori Bangkok, che mostrano un po' di vita quotidiana della nazione oltre alla solita relazione di coppia, mi stanno davvero appassionando. 
Questo, poi mi ha ricordato estremamente il drama coreano Falling For Innocence (super consigliato) per tematica trattata e per la dolcezza con il quale vene trattata. 

Trama:

Facciamo subito la conoscenza del protagonista di questa storia, Tian, unico figlio di un deputato, ahimè con una malattia cardiaca incurabile che sta per porre fine alla sua vita. Unico rimedio un trapianto di cuore.
Ragazzo completamente allo sbaraglio, interessato solo al divertimento, in procinto di una corsa automobilistica clandestina, viene ricoverato d'urgenza per una delle più brutte crisi della sua vita. Al risveglio scoprirà di essere stato salvato grazie ad un cuore donato all'ultimo minuto, proveniente da un incidente stradale. Con ora tutta la vita davanti, passerà il periodo della sua riabilitazione a capire cosa farsene del tempo prima dato per disperso e ora tutto guadagnato. 
Con quindi il pallino fisso di voler scoprire il suo donatore, scartabellerà fra le scartoffie di famiglia scoprendo così di essere ancora in vita per il mero denaro dei suoi, e che il cuore che porta nel petto proviene da una ragazza, insegnante volontaria, attualmente in congedo per questioni familiari, da una zona rurale appena fuori da (quello che presumo essere io per la mia davvero scarsa conoscenza geografica del luogo) che possiamo considerare il secondo centro più abitato thailandese. 
Deluso, amareggiato e con un sempre più crescente senso di colpa, si metterà sulle tracce della sua donatrice fino a scoprine il diario. Diario dal quale apprenderà la vita della ragazza, le sue gioie, le sue passioni, e il suo più grande amore. 
Quindi ora, con tutti i tasselli al posto giusto, e ormai ripresosi dall'intervento (si fa sempre per dire), in una sorta di espiazione per essere ancora in vita grazie all'aiuto (credo abbastanza involontario) di un'altra persona e dopo essersi preso un anno sabbatico dall'università, zaino in spalla e valigia alla mano, si appresterà a ricoprire l'ora libero ruolo d'insegnante volontario nello stesso villaggio dove in passato prestò servizio la ragazza. Riscoprendo così nella semplicità del luogo il calore e la sincerità dei rapporti umani, la gioia delle proprie creazioni, la felicità nell'aiutare gli altri e la libertà di poter finalmente essere se stessi.

Vi dirò, ho fatto una certa fatica ad approcciarmi a questa visione. Paradossalmente non perché non mi fosse piaciuto fin da subito, ma proprio perché dopo solo un episodio ne ero già follemente innamorata, tanto da aver paura di continuarla. Davvero un peccato in un certo senso, perché avendolo sostituito con Manner of Death, un po' di sfumature del primo episodio me le sono perse, anche se una volta ripresa in mano la visione, non fosse stato per le uscite settimanali che ancora rendevano lontano il finale, l'avrei indubbiamente maratonato. 
Una serie fresca, romantica ma non diabetica (anche perché non credo l'avrei apprezzata così tanto altrimenti), originale, che ci porta a fare i conti con il "cosa fare" della nostra vita.
Un percorso di crescita, simile a molti altri, ma ambientato in un continente diverso dal nostro, che offre un bel paesaggio (che in questo periodo è come una ventata d'aria frasca), dei bei personaggi, delle belle scene e una storia che coinvolge lo spettatore e non annoia mai. 
Piena di piccoli momenti e piccoli gesti, che seppur in svariate occasioni lasciavano intendere che nemmeno i produttori avessero ben chiaro il ruolo effettivo delle guardie forestali, almeno non appesantivano la storia. 
Per mio gusto poi, ho trovato davvero tanto delicato il modo nel quale hanno trattato e contestualizzato di una situazione medica così particolare. Ovviamente con tutte le ricamature del caso, se non altro questo non si faceva le maratone alla Forrest Gump sui monti. 
Riconosco, forse, che per alcuni possa sembrare una narrazione lenta e vuota, ma per me aveva tutte le tempistiche giuste e mi ha dato il tempo di affezionarmi sia personaggi, sia alla costruzione dei loro rapporti. Rapporti mai affrettati, mai vittime di malintesi o situazioni surreali o di non detti, ma costruiti mattone dopo mattone in ben 8 ore di tempo (8, perché negli ultimi due episodi la situazione degenera assai...). 

Personaggi:

Tian:
un protagonista che mi è davvero piaciuto un sacco. Ragazzo malato di cuore che, dopo averne subito il trapianto, si metterà sulle tracce della donatrice, ripercorrendone i passi, in una sorta di espiazione dei propri peccati e alla ricerca di se. 
Sicuramente un personaggio più profondo di quello che mi aspettavo e che in combo con le doti (ancora acerbe, soprattutto nelle ultime puntate... anche a rigor di logica non ha molto senso lo so) dell'attore, mi è risultato davvero molto umano. Abituato ad avere una spada di Damocle sulla testa, lo riscopriamo spaesato nel dover prendere coscienza del proprio futuro. 
Ragazzo buono, tranquillo, e alla ricerca della serenità, troverà la sua stabilità personale nel luogo meno preso in considerazione di tutti i tempi. 
Abituato ai comfort della vita moderna, scoprirà la pace dei sensi nelle azioni più basilari e nelle situazioni più semplici. 
Dal cuore grande, mi ha fatto sì piacere la costruzione del suo rapporto di coppia col capo forestale, ma mi ha fatto ancora più piacere vedere quanta attenzione hanno dato all'inserimento e all'accettazione di questo personaggio in un contesto così fuori dal suo elemento. 
Dapprima considerato da tutti gli autoctoni una mera cometa passeggera, alla fine grazie alla sua bontà e al suo altruismo saprà conquistarsi la fiducia di tutti i paesani. Insomma un personaggio davvero bellissimo, che ha saputo scaldarmi il cuore. 
L'attore è giovane e si vede, in determinati momenti poi mi ricordava troppo il protagonista di 2Moons prima stagione (e per quanto mi riguarda non è un gran complimento visto che proprio a causa sua ho droppato quel lakorn), ma secondo me è un bel materiale su cui lavorare, e con una sapiente guida e della buona esperienza, potrebbe fare seriamente faville il ragazzo. Ha poi uno sguardo davvero, davvero sensibile ed emozionante.

Phupha:
interesse amoroso del protagonista, della sua donatrice, e capo forestale che preserva l'ambiente naturale attorno al villaggio, nel quale è ambientato il nostro drama. 
Uomo dedito al lavoro e che crede fortemente in ciò che fa, con una stretta amicizia con la precedente insegnante volontaria, scopriremo alla fine essersi innamorato di Tian solo dopo aver ricevuto l'ordine dal padre deputato del ragazzo, di tenerlo d'occhio (un classico colpo di scena alla coreana sul quale ci ritorneremo dopo). 
Be', nella parte del partner del protagonista non me ne posso lamentare, poiché ho visto fin troppe coppie con molta meno chimica e che impegnavano un quarto della passone di questi due nei loro ruoli. Le scene col collega rendevano davvero bene il lento avvicinarsi fra i due ragazzi, e più in generale il personaggio aveva delle uscite simpatiche. Però non si può certo dire che ce lo abbiano molto approfondito da una parte, e l'attore come suo solito non ha aiutato molto dall'altra. 
Un personaggio che, forse troppo presi dal protagonista, si sono un po' dimenticati in disparte, e al quale hanno dato davvero poco spazio, se non contiamo quello che coinvolgeva il ragazzo appena citato. 
Chiariamo non un personaggio brutto, ma un personaggio un po' macchiettistico come lo possono essere gli altri di contorno, dal quale io mi aspettavo decisamente di più, essendo, appunto, il coprotagonista della nostra storia. 
Statico, impassibile, rigido, certo tutte cose che si confacevano al suo grado di capo forestale, e sebbene pian piano pure lui ad un certo punto si smolli, le uniche cose che ci vengono dette a riguardo sono la motivazione del perché ha intrapreso la sua carriera (bella per carità, ma anche qui appena accettata) ed un piccolo squarcio sul rapporto che aveva con la precedente insegnante. 
Rapporto liquidato solamente come "affetto per una sorella minore", cosa che onestamente non ho apprezzato più di tanto, dato che, per una volta, avrebbero potuto contestualizzare bellamente la solita frase "non mi importa l'aspetto esteriore mi importa come sei dentro". Soprattutto per il fatto che ci ripetevano costantemente le somiglianze fra i due. 
Comunque, nel complesso un personaggio ben inserito e che fa il suo dovere, semplicemente un po' piatto. Piattume che.. ohi scusate, per essere un bel ragazzo è un bel ragazzo, non lo metto in dubbio, spalle larghe, fisicato al punto giusto e soprattutto con i tatuaggi al punto giusto (che fossero veri o no), ma... non me ne vogliate, una volta che sposto lo sguardo sul suo volto mi sembra sempre di star fissando una scultura di marmo. Non dico non abbia diverse espressioni, dico semplicemente che non basta cambiare espressione per diventare espressivo. Certo, nel corso dell'ultimo episodio qualche sua emozione la si nota (merito del collirio secondo me), ma bo'... Sicuramente qui l'ho apprezzato più che in altri suoi lavori (la maggior parte dei quali non ho mai portato a termine) e mentirei se dicessi che non è migliorato, ma per me rimane sempre una grande incognita.

Longtae, Tul e P'Nam:
probabilmente i migliori amici dei protagonisti che ho visto in un lakorn thai. Sempre pronti a dare supporto con una battuta, o con una pacca sulla spalla. Sono stati tre personaggi piuttosto secondari che davvero mi hanno fatto sorridere di gusto. 
Il dottore, nonostante sul finale sia stato una delle principali fonti di casini non indifferente, lo trovato stragentile e volenteroso di aiutare i due protagonisti. Semplicemente desideroso di dare una mano al suo amico, in modo che anche questi non si senta più solo. 
Tul invece (ciao Pun, da quanto tempo, e la cosa brutta è che in tutti questi anni, l'attore non è migliorato di una tacca...) è stato quel personaggio che per me era troppo, almeno fino alla visita al villaggio dove è stato protagonista di uno dei più bei discorsi mai scritti in un lakorn. Della serie "non me ne può fregar di meno. Ps: io adoro i cani". Adorato, e da lì finalmente l'ho rivalutato un po'. 
Mentre Longtae l'ho visto un po' come il porto sicuro del villaggio. Ragazzo della stessa età del protagonista che gli dava man forte nei momenti di bisogno. Certo ad un primo mento temevo il triangolo, e ad un secondo le infamate che non gli ho tirato per il suo voltafaccia, però! Mi è piaciuto lo stesso davvero tanto. Poi non lo so, l'attore ha il viso simpatico, e sebbene non abbia mai portato a termine un progetto nel quale lavorava (tranne questo) o come protagonista o come persinaggio secondario, mi è sempre piaciuta davvero tantissimo la sua recitazione. Peccato però che sembrano fare a gara nel metterlo in tutte le serie più noiose e accoppiandolo con tutti gli attori più noiosi di tutta la Thailandia.

Una carrellata di opinioni sui restanti di contorno: 
Tra volti più noti e volti meno noti, possiamo tranquillamente dire che tutti i personaggi secondari hanno avuto una bel impatto sullo spettatore e sulla storia. I bimbi della classe di Tian, ad esempio, trovo siano stati davvero bravissimi nel trasmettere l'affetto verso un nuovo insegnate, e la tristezza nella consapevolezza che anche questo, come altri, non sarebbe durato. Poi tutti grintosi e ben definiti, sempre volenterosi ed esuberanti nella loro giovinezza che era un piacere a vederli.
Simpatici anche i soldati di contorno, sempre con la battuta pronta a seconda della situazione e davvero davvero molto calorosi. 
Ovviamente è doveroso fare un'apprezzamento al capo villaggio, sempre dispensatore di ottimi consiglio, e un po' meno ai genitori di Tian, troppo padroni del figlio, nonostante l'amore volutogli. 
L'unico però che ho trovato davvero bravo nel ruolo recitato, anche se poco presente sullo schermo, è stato il signore a capo dell'associazione. Lui mi è davvero piaciuto molto nella sua interpretazione. 
Cosa sul quale invece possiamo stendere un velo pietoso, se dobbiamo tirare in ballo gli scagnozzi del mafioso locale, che vabbè... in ogni drama thailandese c'è sempre quel personaggio che ci si chiede come abbia potuto arrivare a recitare nella produzione, e se per caso non l'abbiano pescato a caso fra la folla di curiosi alle loro spalle. Ormai me sono fatta una ragione e mi stupirei del contrario piuttosto.

Finale:

Dopo aver messo bocca negli affari degli agricoltori del villaggio, scoperto il raggiro degli acquirenti, e avergli fatto sfumare le vendite, il nostro caro Tian, calpestando i giri loschi del capo città, avvierà un business più proficuo di sacchetti da tè. Nella quale produzione verranno coinvolti tutti gli abitanti, offrendo idee, mano d'opera e tempo per non rendere vani i loro sforzi di raccolta. 
All'alba della grande vendita però succede che il la struttura adibita a magazzino, che altro non era che la scuola, prende fuoco e con lei tutti gli sforzi della gente del luogo. Bollato come incendio doloso, e ricostruita nel giro di un paio di giorni, arriva il tanto atteso e temuto momento per Tian, di aprirsi con i suoi ospiti.
Solo che logorato dal senso di colpa e sentendosi responsabile per la morte della ragazza, dopo averne annunciati a tutti la dipartita, aver parlato dell'operazione e aver ringraziato tutti dell'affetto finora dimostrato, il nostro caro Tian verrà abbandonato dai tutti membri del villaggio che, sentendosi traditi nella fiducia accordatagli, lo sproneranno ad un veloce ritorno a casa. 
Con la tristezza nel cuore e con ancora una cosa da fare, appena prima della sua partenza si ritroverà a rischiare la vita per catturare i bracconieri e i colpevoli dell'incendio doloso della scuola. Vita che non rischia solo lui ma anche il capo Phupha. 
La situazione quindi si sposta nell'ospedale in città, e dopo aver compreso l'errore di logica dietro al colpevole dell'incidente, essersi confrontati l'un l'altro comprendendo i sentimenti reciproci, e aver ricevuto il perdono dai paesani, ecco che la vita di sempre richiama il protagonista a se. 
Penalizzato quindi dalla giovane età e lasciato solo fra le quattro mura familiari di casa, inizierà a pensare al suo futuro. Futuro che lo vedrà intraprendere un percorso di studio all'estero per acquisire una laurea in pedagogia e tornare nel posto da lui tanto amato, affianco alla persona tanto amata, e in mezzo alla gente che tanto ama, come insegnante volontario. 

Vi dirò, l'unico vero tasto dolente del drama, è stato il 9 episodio di un'ora e mezza. Un episodio lento, discorsivo, dove da padrone la fanno le paternali e le incomprensioni. Dove ho avuto solamente la sensazione di forzatura nei confronti del protagonista. Dove mi è parso che nessuno gli desse ascolto o tenesse in conto il suo volere. Nel quale persino Phupha cambia radicalmente comportamento così, perché ormai vecchio (30 anni sulla fiducia) e non ancora pronto a intrappolare il suo innamorato. Bo'. 
Cioè capisco il protagonista fosse giovane, ma cavolo mica aveva 15 anni, cioè io bo'. 
Se poi vogliamo metterci dentro anche il fatto dell'incidente, dell'assoldamento del padre, delle pippe della madre, è venuto fuori un potpourri di elementi e dinamiche no sense che per poco ho creduto mi andassero ad invalidare tutto il drama. 
Fortunatamente questo scivolone rimane circuito nella nona puntata, e sebbene qualche strascico per forza ce lo ritroviamo nella decima, è anche vero che quest'ultima ha saputo riprendere il ritmo di tutte le precedenti, regalandoci una conclusione degna di questo nome che mi ha davvero fatto tanto piacere. 
Certo... se posso permettermi però, io l'unico bacio della stagione l'avrei inserito all'aeroporto. Sarebbe stato forse più toccante e più atmosferico, dato che pure gli attori sembravano presi dalla scena, ma comunque sono dettagli. Alla fine, nonostante una attimo di svenimento, l'ho trovata un'ottima conclusione (sì, forse un po' semplicistica nella questione thriller, ma chissene. Tanto di certo non guardiamo lakorn per questo, no?).

Commentino commentuccio carino caruccio:

Una serie con un percorso sicuramente travagliato (annunciata sul finire del 2019 mi pare, e rimandata per diverso tempo a causa di sponsor assenti, cambi di sceneggiatura e adattamento, ecc..) finalmente dopo ben 2 anni siamo riusciti a vederla!
Non vi nascondo che ormai ci avessi quasi perso le speranze, e, ad essere sinceri, fin dalla prima notizia che presentava i nomi degli attori principali, il mio interesse non faceva che scemare. La trama, però, la trovavo davvero troppo originale, e quindi non mi sono arresa, dandogli finalmente, in questo 2021, alla soglia di un blocco di visioni drammose, una possibilità. 
Un lakorn che mi è proprio piaciuto, tanto da ricordarmi e darmi le stesse emozioni che ho provato con He's Coming to Me. Bellissimi entrambi e con due storie d'amore che si sono rivelate un piacere da seguire. Entrambi peccabili nel risolvimento della trama, ma come sempre dobbiamo accettare che questa evoluzione sia la prassi e non l'eccezione. Io li ho semplicemente amati entrambi smodatamente.
Certo un po' bisogna saper passare oltre, soprattutto durante i pattugliamenti, che ricordavano molto i modus operandi dei novelli giocatori di paintball (quelli che se la credono un sacco ma poi sono i primi ad essere colpiti), e poi come non inserire anche qui l'immancabile rubrica prettamente thai (anche se ora la concorrenza dei coreani si sta facendo sempre più incalzante) degli "sponsorizzati più che mai"? 

Dove a sto giro ci deliziano di: 
  • una saponetta ultra mega delicata e profumata per il viso, reperibile sia nelle più grandi metropoli, che nei più dispersi centri abitati. Una garanzia. 
  • delle mitiche MIX patatine stick! Che bo', sono sicura esistano anche in Italia, magari non al gusto polpetta, ma che io ho sempre trovato a dir poco fastidiose da mangiare.
  • e forse un po' meno con una miscela 3 in 1, spacciata per caffè dall'aroma fragrante e dal sapore delicato. Onestamente voglio rimanere col dubbio sul cosa ci possa essere al suo interno per dar credito alle dicitura 3 in 1. Da brava italiana che vive in Italia, infatti, credo di non essere ancora pronta per scoprire le magie dell'universo dal caffe oltre i nostri confini.
Questa recensione, quindi, la concludo qui, tra un'apprezzamento ripetuto fino allo sfinimento e una vendita promozionale che ho il sospetto finisca male. 

Quindi anche per oggi è tutto, un saluto e alla prossima!
Fine!

"Ringrazio l'Atena2602Keepcalm Fansub per avermi dato la possibilità di vedere questo drama, grazie"

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