sabato 27 febbraio 2021

Recensione Bangkok Love Stories: Plead


Nonostante tutto, io (mi spiace) l'ho trovato noioso. 
Terzo progetto della serie Bangkok Love Stories (preceduto da Innocence e Objects of Affection), e molto probabilmente l'ultimo della saga a cui mi approccerò. 
Dopo, infatti, la visione di 3 storie su 4, posso ufficialmente dire che questo ciclo proprio non fa per me. Con ben un CONTRO e due NEUTRALI, posso decisamente affermare di non aver apprezzato l'impostazione di fondo delle storie, la loro non accuratezza, la loro gestione delle tempistiche e il come fossero raccontate. Si può infatti dire che l'unica cosa sul quale io non abbia da ridire erano le sponsorizzazioni. 
Sicuramente il meno peggio dei tre, se volete un consiglio io passere direttamente a pie pari sopra tutto il ciclo.

Trama:

Facciamo la conoscenza di un giovane ragazzo destinato fin dall'inizio della sua esistenza ad una vita costellata di sfortuna. Con un padre che cerca di proteggerlo in ogni modo possibile, una madre morta alla sua nascita, per la sua predetta sfortuna egli finirà cieco a fine primo episodio, dopo aver conosciuto una bellissima ragazza e averne predetto la morte della madre. 
Ora cieco e colpevolizzato dalla ragazza, si ritroverà ad entrare di prepotenza nella vita di quest'ultima, ad innamorarsene e, dopo aver contraddetto il padre, a scegliere di assecondare e passare la vita assieme a questa ragazza. 

Tralasciando il fatto che, approcciandomi a questa visione, io ne sia rimasta completamente spiazzata (in quanto non so come o quando, io mi fossi convinta di approcciarmi ad una visione dove la faceva da padrona, una storia d'amore fra un veggente cieco e la figlia di un mafioso), ho riscontrato pure in questo lakorn il problema già visto nelle due serie precedenti; ovvero il rendere il perno portante del drama l'evoluzione della storia d'amore drammatica e strappa cuore (di quelle che teoricamente dovrebbero trasmettere tanto allo spettatore), non avendo però le idee molto chiare sul come sviluppare tutta la questione dell'attaccamento e dell'introspezione di suddetta coppia. 
Finendo quindi per creare 3 storie parallele, nel quale vediamo tanto ma sentiamo davvero molto poco, e il più delle volte tutto ciò ci viene semplicemente raccontato. 
Inoltre come accennato in precedenza, e come avviene in qualsiasi altro drama del ciclo, ritorna il problema delle tempistiche. Ovvero non si capisce mai, e sottolineo mai, quanto tempo passi da una scena all'altra. Vediamo una scena mattiniera e poi una pomeridiana, e sebbene sembrino collegate cronologicamente nella stessa giornata, in realtà scopriamo che ciò che abbiamo visto si dipana su un periodo lungo 3 mesi circa. Cosa che spiega perfettamente quella che appare un evoluzione fast dei personaggi, ma che lascia perplessi per il bisogno di essere continuamente interpretata. 
In realtà il drama ha anche dei punti di forza, come il voler sdoganare un po' la tematica della cecità creando personaggi forti e non bisognosi d'auto, arricchisce la storia principale con il credo tipico thai (anche se, come per Long Khong, non essendo io super informata, rimane per me una tematica sempre molto nebulosa e che fatico ad apprezzare), inserendoci un ambientazione per nulla classica o scontata. Tutti questi elementi però vengono mantenuti non solo in secondo piano, ma addirittura in terzo o quarto, finendo inesorabilmente per perdere di fascino, e rendendo tutta la vicenda una semplice storia già vista, che non ha nulla di particolare, e potrebbe essere ambientata ovunque e scritta da chiunque.
Un'altra cosa poi che mi ha veramente deluso, sono state le battute dei vari personaggi. Battute da manuale, che mi auguro solo per i troppi passaggi di traduzione, abbiano perso il loro carisma e la loro forza. Battute che di certo però non aiutano a delineare la già poca profondità dei personaggi. 
Personaggi che anche nel migliore dei casi (la ragazzina cieca) non sono mai realmente riusciti a conquistarmi. Dalle storie pesanti ma narrate in maniera poco accattivante, alcuni mi sono stati piacevolmente simpatici e di altri avrei volentieri mandato avanti le parti, fatto sta però, che davvero nessuno ha acceso la scintilla del mio interesse. 
L'unica cosa che può essere più o meno degna di nota del drama, rimane il come abbiano messo in scena la disabilità dei personaggi. Se infatti è vero che molte frasi a loro indirizzate e dette a loro aiuto, ci fanno capire quanto ancora i thailandesi abbiano da lavorare su loro stessi, ho trovato la scrittura di entrambi quei personaggi davvero valorizzante e d'impatto (molto carina poi l'idea di disegnare ciò che loro non vedevano, mi spiace però che successivamente si sia andata a perdere).

Personaggi:

Coppia protagonista:
composta da lui, ragazzo condannato dalla sfortuna a diventare cieco, e da lei, ragazza ambiziosa che dava tutto per scontato fino a che non ha dovuto mollare l'infedele fidanzato e fare i conti con la morte inaspettata della madre. 
Si incontrano, si scontrano e curandosi le ferite a vicenda si innamorano. 
Una relazione semplice, normale senza gesti chissà quanto eclatanti, che sviluppandosi in ben 13 episodi, non riesce a non risultare noiosa allo spettatore (o almeno a me). Con l'unico ostacolo al tutto composto da un padre che per una sbagliata linea del destino non vuole che suo figlio stia con la ragazza che ama, e con un rapporto fra i due simpatico ma poco coinvolgente. Lei poi l'ho trovata bellissima ma fin troppo distaccata e impostata nella sua recitazione, poco coinvolta e solo verso il finale ha saputo farmi interessare un minimo al suo personaggio. 
Lui un bellissimo ragazzo, bravo nel ruolo del non vedente, e con un ruolo tutto sommato accattivante. Un personaggio che scherza sulla sua disabilità, uno simpatico sbruffone che non si faceva problemi a flirtare con la propria futura ragazza. Il problema però è che era semplicemente questo. Infatti sospetto che entrambi gli attori uniti alla scrittura dei personaggio già superficiale di per se, non siano stati in grado di dare il giusto spessore ai loro ruoli, facendo risultare il tutto un po' troppo impersonale per i miei gusti. Passabili ma non mi hanno trasmesso nessun tipo di sentimento (ovviamente tralasciando l'ultima mezz'ora finale. Perché sì, mi stupisco sempre anch'io nello scoprire di avere un cuore).

Coppia preferita:
lei, ragazza cieca dalla nascita, buona, indipendente, intelligente e grintosa, innamorata da sempre del protagonista, e lui, amico stretto di quest'ultimo, amabilmente uno stupido idiota, innamorato da sempre di lei. 
Inutile dire che mi sono ritrovata a guardare il drama solo e unicamente per sapere come si sarebbe sviluppata la relazione fra i tre. Perché io lei l'adoravo e, senza nulla togliere al protagonista, si meritava davvero qualcuno che l'amasse con tutto il cuore. Ammetto che un po' la velocità del loro sviluppo mi ha fatto storcere il naso, perché lei era veramente presa dall'altro, e lui dopo la confessione forse un po' troppo pressante. Però secondo me non avrebbero potuto essere accoppiati meglio. Lei, che grazie al suo carattere lo aiuterà a maturare, e lui che finalmente la valorizzerà come il suo primo amore mai avrebbe saputo fare. Bellini bellini bellini. Sebbene poi l'attore di lui non mi abbia detto granché, l'attrice che ha interpretato lei mi ha davvero conquistata sia a come aspetto, sia come recitazione. Promossa a pieni voti!

Coppia che si accoppia:
lei, amica della protagonista, lui ex traditore della protagonista. Mi piace pensare che prima o poi a quest'attrice diano un personaggio pensato, caratterizzato e non la fiera dello stereotipo/la spalla di turno. Ma credo che la mia speranza sia una mera utopia. Già vista in He's Coming to Me, mi fa sempre una gran simpatia ma purtroppo è sempre relegata a personaggio pozzanghera, o, come in questo caso, ad addetta alle sponsorizzazioni. Qui ad esempio interpreta la migliore amica della protagonista, una migliore amica innamorata dell'ex ragazzo di quest'ultima che non avendo nulla di meglio da fare, invece di schierarsi dalla parte della cornuta, non fa altro che spingerla fra le braccia del traditore. Io per quanto riguarda queste sue uscite l'avrei uccisa, ma per il resto non era male. Lui all'inizio non mi piaceva, e fisicamente nemmeno alla fine mi è piaciuto, però al contrario di quello che pensavo non era una persona così odiosa, anzi ho trovato estremamente soddisfacente il fatto che ad un certo punto si rendesse perfettamente conto della situazione e mettesse uno stop alle macchinazioni dell'amica. La coppia era prevedibilissimo si formasse, non mi è dispiaciuta, ho apprezzato il poco tempo che gli hanno dedicato e niente... Apprezzata il giusto e apprezzati il giusto. 

Coppia odiata:
composta dal padre padrone e dall'eterna second lead, amica degli allora sposi, che dopo anni dalla morte della moglie, decide di farsi avanti. Trovo non sarebbe stata una brutta coppia, basata su una seconda possibilità per la legge "la vita va avanti", ma ho letteralmente odiato il padre. Troppo padrone, troppo possessivo nei comportamenti, troppo mentalità vecchio stampo, e per quanto mi riguarda lei era semplicemente sprecata per uno così. Entrambi però avevano forse un po' troppo i paraocchi verso tutto ciò che esulava dalla loro bolla di vita, e sebbene per lui mi sia dispiaciuto per le sue perdite e per la sua solitudine e per la sua impossibilità di cambiare la vita del figlio, io francamente non sono riuscita a farmelo piacere. L'attore non mi ispirava simpatia, mentre l'attrice sono stata felice di rivederla anche se lo preferita decisamente come zia bufalo in Project S: Side by Side.

Finale: 

Succede però che finalmente, dopo la messa insieme della coppia e il successo del progetto lavorativo della lei di turno, scopriamo grazie ad un collasso in pieno palco che il nostro protagonista è affetto da un tumore al cervello, e che la rimozione di quest'ultimo potrebbe ridargli la vista. 
La situazione però non è così semplice, ed oltre ad essere un intervento molto costoso (intervento nel quale non è possibile la dottoressa principale esca dalla sala operatoria per dire hai famigliari che il figlio è collassato ma faranno di tutto per riportarlo in vita... ma ok va bene, siamo pur sempre in una produzione thailandese) c'è un 40% di possibilità che muoia lo stesso o rimanga paralizzato. 
Fu così che dopo le prese di coscienza del caso e i vari rimuginamenti, le accettazioni dovute, e le relazioni finalmente instaurate. Assistiamo al successo dell'intervento del protagonista, al suo recupero totale, a ben due matrimoni e alla vita di famiglia con la moglie e il figlio appena nato.
Insomma a tutto il pacchetto al gran completo che ci porterà al magnifico Happy Ending tanto agognato e tanto meritato... ah, no? No, perché copiando quello che è il più grande cliché coreano del genere, dopo una di quelle giornate talmente belle che preannunciano per forza il dramma dietro l'angolo, il nostro protagonista morirà sulla spiaggia e se ne andrà con la madre nell'aldilà, lasciando tutte le persone da lui amate su questa terra, a piangere durante il giorno del funerale.

Davvero un finale triste, anche se non possiamo dire inaspettato, poiché era da inizio drama che ci tartassavano col detto lui avrebbe avuto un fato crudele (altro che sfortuna e sfortuna, la sfortuna è quella cosa che ti capita quando ti già alzi in ritardo per andare a lavoro, la macchina fa delle storie prima di partire e una volta sulla strada principale ci sono i lavori in corso, questa è sfortuna), però ugualmente mi ha messo tristezza. 
Seppur infatti non abbia amato particolarmente la coppia principale, avevo appena imparato ad apprezzare anche la controparte femminile, che pensarla ora vedova a dover crescere un bambino da sola così giovane, mi ha davvero messo addosso una tristezza infinita. In più erano così bellini nelle ultime scene... 
Evvabbé, ciononostante non posso dire di aver apprezzato in toto il finale, perché se è vero che le scene dopo l'operazione sono state tutte davvero belline (e in alcuni casi mi hanno ricordato il rapporto fra i protagonisti di The Sand Princess) tutto ciò che è venuto prima ha davvero messo alla prova la mia sopportazione. Noioso, con battute già lette, viste e sentite in tutte le lingue del mondo, che condite con la capacità di recitazione thai mi facevano sbuffare ogni due per tre. Dico davvero, gli episodi 11 e 12, se non avessi dovuto fare la recensione, li avrei skippati entrambi. Un supplizio, altro che supplica. Purtroppo questo è un drama che punta davvero tanto sui suoi personaggi, peccato però che non siano i cavalli vincenti della storia, poi ormai lo sapete, il drammatico non è il mio genere.

Commentino commentuccio carino caruccio:

Direi quindi di chiudere i battenti con questo ciclo senza ripensamenti.
Per quanto mi  riguarda sconsiglierei la visione di queste serie a chiunque, poiché credo il tempo si possa impiegare decisamente meglio. D'altro canto però, se proprio volete immolarvi per la patria, chi sono io per cercare di dissuadervi? 
Nonostante infatti alcuni aspetti degli altri progetti mi siano anche piaciuti (l'introduzione di diverse etnie, o più in generale il focus sulla città di Bangkok al quale troppo spesso non viene data la giusta attenzione), tutto ciò che, dopo una visione complessiva, tutti e tre i lakorn mi hanno lasciato è stato un generale senso di aver perso il mio tempo dietro a prodotti raffazzonati, allungati, non pensati. Mancanti di un filo conduttore tra loro e di storie che meritassero davvero di essere raccontate (o che meritassero una certa cura nel farlo). 
Sicuramente il migliore uscito dal ciclo (soprattutto se vi piace il dramma, che sa regalare anche diverse scene molto molto carine, e che può vantare se non una buona scrittura, almeno una scrittura), ma che sommato ai precedenti 26 episodi della saga, mi ha davvero tirato allo stremo. 
Finendo per annoiarmi a morte, e facendomi passare la voglia di dedicarmi ad altri prodotti thai, almeno al momento.
Del resto, per me febbraio è stato un mese pieno di visioni che oscillavano tra l'insopportabile e l'indifferente, e che mi hanno portato ad una sorta di stallo drammoso, tanto da costringermi a rallentare il ritmo sulla mia bellissima e fittissima tabella di marcia (uffa! E io che faccio di tutto per non procrastinare e incastrare il tutto). 
Credo infatti mi prenderò una pausa dalle visioni in solitaria, e soprattutto dalle visioni thai (spoiler: è una menzogna, alla fine non ci sono riuscita e sono ricaduta nel circolo), ritornando, se proprio proprio, nella mia comfort zone dove il trash la fa da padrona regalandomi tante e immense gioie!

Quindi dopo aver bocciato in grande stile il ciclo Bangkok Love Stories, per il mese dell'amore è tutto, un saluto e alla prossima!
Fine!

"Ringrazio Netflix per avermi dato la possibilità di vedere questo drama, grazie"

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