sabato 20 febbraio 2021

Recensione Mother


Certamente un bel drama...
... e mentirei se dovessi dire il contrario. Purtroppo però io ho un piccolo, piccolissimo problema con la rappresentazione delle "madri" e della tematica della maternità prettamente coreana. Che unita alla mano del regista (lo stesso dei precedenti CONTRO Flower of Evil e On the Way to the Airport) semplicemente a me non piace. Probabilmente il drama più drammatico che abbia visto fino ad oggi, lo sapete voi e lo so io: non è il mio genere. Ciononostante io sono una persona cocciuta e continuo a dare terze e quarte possibilità a tutto... se non altro, almeno con questo, non ho avuto la sensazione di aver perso tempo.

Trama:

Il drama si apre su un paesino sperduto sulla costa coreana nel quale incontriamo una professoressa introversa e una bambina abbandonata a se stessa. 
Grazie ad una maestra di scuola di quest'ultima, scopriamo che la povera bimba è vittima di abusi e violenza domestica non solo dall'uomo della madre ma anche dalla madre stessa. 
Fu così, che gettata fuori al freddo in un sacchetto dei rifiuti, conquisterà il cuore della nostra protagonista e, dopo aver inscenato insieme la morte della piccola. intraprenderanno un viaggio con destinazione Islanda. 
Dopo il rapimento però, sia la madre biologica, che la polizia, che qualsiasi persona che prima ignorava alacremente la faccenda, si mette sulle tracce della coppia e, dopo essere state ingannate alla ricerca di un passaporto falso, ecco che l'unica opzione rimane tornare dalla famiglia che la protagonista aveva lasciato più di 10 anni prima alla ricerca di se stessa. 
Figlia adottiva di una famosa attrice malata terminare, assistiamo di fatto a tutti i retro scena sulla vita della protagonista, a tutti i suoi rapporti instaurati nel corso della propria esistenza, conditi con qualche segreto di nascita e incontro inaspettato che tanto male non fa.

Paradossalmente, nonostante i difficili temi trattati, io ho affrontato la visione di questo drama in maniera del tutto semplice e distaccata. Dopo infatti un primo episodio che mi aveva a dir poco conquistata e un secondo che mi aveva portato decisamente fuori strada (infatti ero convinta trattasse solamente del viaggio per l'Islanda delle due protagoniste), mi sono ritrovata immersa nel pieno della maternità coreana che, non importa da che parte la si guardi o da che parte me la si faccia guardare, io semplicemente odio. 
Da questo lato infatti, ho provato un enorme fastidio e, sebbene siano prodotti completamente diversi, mi sono ritrovata ad avere le stesse sensazioni di distacco, irritazione e irrealtà già provate in When the Camelia Blooms. Derivanti forse da culture differenti (o magari dal fatto che non sono madre, oppure da quello che avendo io un bellissimo rapporto con la mia, sia incapace di immedesimarmi nelle situazioni altrui),
 trovo però che le madri coreane siano sempre troppo egoiste e manipolatorie. Nascondendosi infatti dietro alla classica frase "tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per te" preferiscono provare a controllare la vita dei figli (l'attrice), o addirittura liberarsene (le madre biologiche), quando la situazione si fa critica piuttosto che impegnarsi con tutte le loro forze a stargli semplicemente accanto offrendogli un genuino supporto senza pretendere nulla in cambio.
Il drama, poi, attorno alla sua metà, finisce in una sorta di stallo che lo vede sempre più concentrarsi sulla protagonista, sul suo rapporto con la madre adottiva e su quello che nascerà con la madre biologica appena scoperta. 
Un focus che dura ben 5 episodi ma che per come è stato inserito a mio parere (oltre a poter essere dimezzato a 2 puntate) stagna la narrazione attorno alle solite tematiche familiari viste, riviste e straviste, presenti più o meno tutte le produzioni coreane. 
Eccoci dunque qui, al 2° problema soggettivo di quest'opera: la mia intelligenza smisurata. Non temete, sto scherzando. Dubito infatti che questo problema nasca dalla mia per nulla smisurata intelligenza, quanto piuttosto da determinate dinamiche che ho imparato a riconoscere e dallo stile del regista, a mio parere, troppo rivelatore (buffo pensare che non mi sia mai interessata a registi/sceneggiatori, mentre ora che ci faccio caso riesco a vedere un filo conduttore tra tutti i miei PRO e CONTRO che esuli dalla trama e dagli attori). 
Se infatti per le dinamiche parenti, figli, genitori, nipoti, nulla di nuovo ci viene offerto in questo progetto, se non un introspezione ancora più drammatica dei sopra citati; a mio parere il vero danno a sto giro lo fanno le inquadrature del regista. Inquadrature che vanno a fermarsi troppo e in maniera troppo calcolata (quasi schematica) sulle figure presenti nel drama. Tanto da portare (oltre ad un senso di freddezza e distacco su tutta l'opera) uno spettatore un po' più navigato a intuire già quali siano i legami fra i vari personaggi e come questi si andranno poi a sviluppare. Lasciandolo di fatto a sorbirsi interi episodi adibiti a sbrogliare la matassa, quando questa matassa l'aveva già sbrogliata 3 ore prima, e in alcuni casi dandola anche per scontata.

Personaggi:

La bambina:
coprotagonista del drama, trovo davvero un peccato averla resa tale e non protagonista vera e propria. Bambina abusata da madre e compagno di quest'ultima, dal temperamento sensibile e tranquillo. Con il sogno di essere amata si affezionerà subito alla prima persona affine che la farà sentire desiderata e al sicuro. 
La forza di questa bambina, il suo carattere, le sue difficoltà, la sua bontà d'animo, la sua tristezza interiore erano tutte cose che sicuramente avrebbero meritato più spazio all'interno dell'opera. Se infatti all'inizio la vediamo molto presente, facendoci noi in primis un'idea di lei, con il proseguimento della storia questo personaggio affronterà momenti di accantono totale e altri in secondaria. Alti e bassi che per quanto mi riguarda non ho particolarmente apprezzato. Perché, non lo nego, io questo drama l'ho seguito solamente per questo personaggio e per il suo rapporto (ma sempre dal punto di vista di questa bambina) con la neomadre. 
Con una maturità e una comprensione tristemente molto più avanzata della sua età, era un personaggio che avrebbe potuto essere sfruttato e esplorato in mille modi, soprattutto durante il tempo trascorso nell'orfanotrofio, e nella casa famiglia. A mio parere si sarebbe potuto indagare meglio il rapporto con tutte le "madri" di passaggio (io poi trovo un attaccamento morboso a questa parola in corea. Un appellativo che credo debba essere dato solo alla madre biologica e alla persona che sceglie di farne le veci, ditemi voi il senso di imporre ai bambini di chiamare madre qualsiasi figura femminile si occupi di loro), e la motivazione del perché lei si fosse tanto attaccata alla donna che l'aveva rapita. 
La classica occasione sprecata, che mi fa ancora più irritare in quanto l'attrice avrebbe saputo essere perfettamente all'altezza del richiesto. Cosa già dimostrata durante tutto il focus su di lei, dove ha saputo regalare una bellissima e coinvolgente interpretazione allo spettatore (tanto che più di una volta mi sono sentita triste sia per il personaggio che per l'attrice stessa). Una bambina d
agli occhioni intelligenti e sempre attenti, che ha saputo fare suo un ruolo così complicato, non facendo trasparire per niente la difficoltà di doverlo interpretare. Un'attrice sicuramente da tenere d'occhio che in più di un'occasione mi ha ricordato la sua collega del film cult The Man From Nowhere e Barbie.

La neomadre:
protagonista indiscussa della nostra storia, se per la prima metà mi stava piacevolmente indifferente in funzione della bimba, durante la seconda metà ho preso ad odiarla. Ok, forse odiarla non è la parola giusta, ma la sua espressione colpevole da "mi sta crollando il mondo addosso" o "il peso del mondo è tutto sulle mie spalle" mi ha letteralmente dato ai nervi, nonostante fosse più che motivata. 
Ornitologa supplente nella scuola del paese d'origine della bambina, cosciente degli abusi da quest'ultima subiti e dell'indifferenza della polizia verso questo reato, prenderà la decisione di farsi carico della sicurezza della bambina allontanandola da quel clima familiare tossico, rapendola. Convinta di poter uscire dal Paese prima dell'avviamento delle indagini della polizia, nella sua ingenuità all'nizio si farà fregare da gente poco raccomandabile, e poi verrà costretta ad accettare le condizioni dalla madre (disprezzata poiché troppo ossessiva nei suoi confronti) in cambio dei soldi che avrebbero permesso loro di espatriare. 
Io una e una cosa soltanto mi aspettavo da questo personaggio: il semplice fatto che fosse agguerritaPurtroppo però, evidentemente, gli autori del drama non la pensavano come me, e ci siamo quindi ritrovati con una donna che della sua monoespressività e del suo non saper che fare ne faceva un vanto, piangendosi continuamente addosso.
Ora, so bene che non è solo quello che ha fatto, anzi grazie a lei la bambina è scampata alla morte, grazie a lei ha saputo sentirsi amata, e posso capire benissimo la difficoltà della situazione. Ma di fatto dopo il rapimento è stato più il tempo che l'ha lasciata con altri, il tempo che l'ha esposta al pericolo, e il tempo che passava tanto per passare senza combinare nulla (in alcuni frangenti, addirittura sembrava non rendersi minimamente conto di essere una rapitrice) che quello impiegato a pensare un possibile piano di fuga. 
Capisco fosse una persona fredda e distaccata, che improvvisamente si accorge di avere un cuore affezionandosi ad una bambina per il quale farebbe di tutto, ma proprio per questo non sono riuscita a farmela piacere. 
Perché, per quanto mi riguarda, il drama ha puntato troppo l'attenzione sul "perché" lei avesse "bisogno" di salvare la bimba, e non sul fatto che la bambina avesse bisogno d'auto indipendentemente dalle motivazioni. Secondo me non sarebbe cambiato nulla, per il bene della piccola, anche se la sua rapitrice fosse stata una persona come ad esempio la prima professoressa. 
Certo il suo passato ha avuto un grosso impatto sulla sua scelta, ma da lì a renderla così passiva durante il processo, a colpevolizzarla in tutto e per tutto, a far ammettere addirittura al personaggio stesso di essere colpevole senza provare a giustificare un minimo la sua scelta, quasi come se invece di averla salvata da morte certa, gliel'avesse condannata lei, è stata una scelta che mi ha fatto crollare tutta la stima che avevo per il personaggio (condito di frase "perché sono una madre", no! Una madre lo si diventa quando si pensa al bene del figlio non quando si ha paura di difendere quest'ultimo). Un personaggio che proprio nel momento in cui non aveva più nulla da perdere a deciso di gettare la spugna senza nessuna ragione. Un personaggio che semplicemente ha cozzato contro la mia personalità.
Per quanto riguarda l'attrice, l'ho vista solo in un altro drama (I Hear Your Voice), ma sinceramente oltre a ricordarmi che mi sia piaciuto, del personaggio di lei non mi ricordo altro. Onestamente qui non mi ha fatto impazzire, sicuramente brava in un ruolo così difficile, ma per gli ovvi problemi che ho avuto col personaggio, rimando il mio giudizio ad una futura visione.

Tre madri a confronto:

L'attrice:
madre adottiva della protagonista che in piena crisi matrimoniale (marito scappato con l'amante) si ritrova ad essere consolata da una bambina orfana. Affezionatasi quindi alla bimba deciderà di adottarla, e farla vivere con lei. Donna che (noi abbiam capito fin troppo presto) non poteva avere figli, metterà a disposizione la propria casa per altre due bambine "abbandonate". Passati 30 anni però scopriamo quanto con la sua pupilla le cose siano andate a raffreddarsi (in buona parte derivate dai suoi discutibili metodi di protezione) e quanto ormai, anche nella sua situazione critica, continui ancora a far differenze tra le sue figlie. Una donna affetta da cancro, che per tutto il drama vediamo classificare figli e nipoti come gente di serie a o di serie b. 
Ora, sicuramente era una bravissima donna che con la protagonista ha sbagliato in quanto doveva imparare a fare la madre, ma quello che ho proprio detestato di questo personaggio è il suo voler imporre le cose alle figlie. Senza contare poi che nel momento della rivelazione rivelata mi è sembrato quasi come se scegliesse le figle al supermercato (ma questo è stato un problema dell'impostazione dell'episodio dedicato). Non l'ho totalmente disprezzata, però in molti frangenti non riuscivo a empatizzare con lei, e ho finito per apprezzarla quasi solamente sul finale, quando per salvare la figlia preferita e la nipote acquisita, era disposta a scalare mari e monti, proprio come una madre dovrebbe sempre fare. 
Sarò sincera, questo personaggio non mi ha conquistata in quanto ricalca appieno lo stereotipo (ok, qui un po' più approfondito) di madre coreana tipica che io tanto odio. Sempre contraria alle scelte dei figli, sempre con un volere da imporgli, e poi magicamente alla fine diventa il più buon angelo sceso in terra e ogni sua precedente cattiva azione viene dimenticata. Mi rendo conto sia un problema mio, chiariamo, ma la mia personalità ha proprio cozzato (ancora una volta) contro questa donna. L'attrice direi che mi sia piaciuta, la detestavo, quindi... Famosissima madre di Gu Jung Pyo, qui forse, e dico forse, mi sarei aspettata qualcosa in più. 

L'inadatta:
madre biologica della bambina, per questo personaggio ho solo e soltanto odio. Se infatti la madre biologica della protagonista ha saputo mettere da parte la propria persona in favore della figlia, questa ragazza è il tipico esempio di una persona forzata a diventare madre che nemmeno lo vuole essere. 
Convinta. infatti, di poter creare una famiglia col ragazzo del quale è rimasta incinta, si ritroverà abbandonata da quest'ultimo, a gestire tutto lo stress del crescere un figlio come madre single. Con l'unico desiderio di essere amata, e con un progressivo odio maturato verso "l'ostacolo" alla realizzazione della sua volontà, si ritroverà fra le braccia di uno psicopatico e con tra i piedi una bambina. 
Credo sia davvero brutto da dire, ma purtroppo posso capirla, in un certo senso. Posso capire il rifiuto verso la figlia, e la difficoltà di ritrovarsi a crescerla, e anche l'odio che si possa maturare nei confronti di quello che si può pensare essere l'unico ostacolo alla propria felicità. Quello che non posso capire è la violenza che le faceva patire o il tollerare di lasciarla nelle mani di un uomo del genere. Certo lo so è un personaggio, ma non comprendo come possano esistere persone che preferiscono infliggere sofferenza ad altre persone piuttosto che abbandonarle semplicemente. 
La cosa infatti che più ho odiato di questo personaggio di per se odioso è stato il suo avanzare pretese indesiderate nei confronti della bimba, solo per una questione di principio. Ad un certo punto infatti ho seriamente temuto ci fosse uno spiraglio di possibilità per il quale la bambina potesse ritornare nelle sue mani. 
Una madre semplicemente detestabile senza una coscienza, che sicuramente non aveva il diritto di essere definita tale. C'è da chiedersi come la bambina sia potuta crescere così intelligente vedendo la persona che l'ha messa al mondo. 
Scusate, ma per questo personaggio ho solo odio. Avrebbe potuto benissimo abbandonarla come la madre della protagonista, provando così a darle una vita migliore, o in alternativa lasciarla volontariamente nelle mani della professoressa, invece no. Invece a dovuto impuntarsi per rovinarle la vita, così, solamente per il rancore di essersela rovinata lei all'epoca che fu. Semplicemente una donna odiosa.
L'attrice l'ho trovata meravigliosa. Già vista in The Night Watchman dove, sarò sincera, non l'avevo apprezzata quasi per nulla. Qui, non so se sia un complimento dato il ruolo, ma l'ho trovata davvero credibilissima. Una tristezza, insomma...

La barbiera:
madre biologica della protagonista, e molto probabilmente anche l'unica madre che mi sia realmente piaciuta (nonostante avesse tutte le premesse per risultarmi detestabile). Rimasta incinta da giovane, ripudiata dai genitori, farà di tutto per allevare la propria bambina, peccato però che nell'assenza di aiuti più totale darà fiducia ad uomo che non si meritava di essere chiamato tale. Continuamente vittima di violenza da parte di quest'ultimo, una volta che le mire dell'uomo si sposteranno sulla figlia prenderà la decisione di ucciderlo. Consapevole quindi della pena che le verrà inflitta porterà la bimba in un orfanotrofio lasciandola lì. Scarcerata dopo anni, uscendo di prigione scoprirà che la figlia (prevedibilmente oserei dire) è stata adottata e passerà i successivi 20 anni osservandola da lontano. Avvicinatagli per caso si ritroverà ad aiutare sia la protagonista che la bambina, dandogli una casa, una sicurezza, una scappatoia. 
Dunque, è vero che la considero la madre migliore della serie, ma continuo a non capire come possa essere una buona idea abbandonare la figlia in un orfanotrofio, rifiutarsi di dire questa cosa a chi di dovere, non provare ad avanzare nessuna motivazione per il compimenti di un omicidio, e per ultimo rifiutarsi di dare spiegazioni all'ormai adulta figlia (a conoscenza degli orrori del passato) e preferire che quest'ultima tronchi definitivamente i rapporti. Quando sarebbe stato più semplice confessare l'assassinio alla polizia e riprendersi la bambina (biologicamente sua) 8 anni dopo. 
Che dire apprezzo il parallelismo di questo personaggio che si più fare sia con la madre biologica della bambina sia con i sentimenti materni della protagonista, rimane però il fatto che io sono sempre più allibita dalle mentalità contorte dei coreani che pensando egoisticamente sono convinti di fare cose altruiste e viceversa. 
Ciononostante ho apprezzato davvero molto la reazione della protagonista, il loro confronto, e soprattutto la consapevolezza di questa madre che conscia dell'irrecuperabilità del tempo passato, decide di starle accanto più come una persona fidata, che come una madre tipica coreana. Un personaggio fondamentalmente troppo buono con un passato straziante che volenti o nolenti anche i senza cuore come me capiscono e finiscono per apprezzare. 
Questa attrice più la vedo più l'apprezzo, anche se il suo personaggio è sempre più o meno lo stesso (Flower of Evil) trovo che abbia trovato la sua dimensione e la sappia sfruttare a dovere.

Gli unici uomini trattati, pochi ma buoni:
  • Lo psicopatico:
    un po' come la madre biologica della bambina, pure per lui solo tanto odio. Purtroppo però ho il cuore tenero e sinceramente vedere la nascita di un futuro psicopatico mi affascina sempre. Un uomo con un triste passato alle spalle (in quanto "causa" del suicidio della madre) che vedremo avere disturbi comportamentali fin da ragazzo. Con un passato di violenza, si ergerà a giustiziere di "ostacoli" per madri che non amano i figli. Interessante la motivazione, in un certo senso molto lucida, che lo portava a commettere tali crimini. Certo, il drama non si è concentrato tantissimo su questa figura, mantenendola sempre un po' in ombra e facendoci vedere appena prima della sua fine il passato. Però trovo che farlo passare per il cattivo principale della storia sia stata una mossa azzeccata. L'attore è stato bravissimo. Incuteva timore e poca sicurezza, sono davvero molto curiosa di vederlo in altro progetti, sempre che ce ne sia la possibilità.
  • Il poliziotto:
    non l'ho odiato, o almeno non in toto. Lui purtroppo faceva solamente il proprio lavoro (anche se ho sicuramente più simpatizzato con il suo partner). Solo che mi ha fatto un'enorme tristezza vedere una persona del genere (con una famiglia, che riusciva a capire cosa c'era di sbagliato nei comportamenti della madre biologica, che ci teneva davvero alla sicurezza della bambina) non porsi nemmeno la domanda se la strada legale fosse davvero la scelta giusta per proteggere la piccola dagli abusi subiti. L'attore mi è piaciuto. Sono sicura di averlo già visto molte volte, ma ora come ora mi vengono in mente solo ruoli negativi. Comunque è uno dei Senior che è sempre un piacere vedere al lavoro.
  • Il manager:
    padre della più giovane delle sorelle della protagonista, e niente... mi ha scatenato davvero tanto rancore sul finale. Figura paterna all'interno dell'ambiente famigliare dell'attrice e tutto fare per questioni pubbliche, scopriremo aver dato in adozione alla sua noo-nim la propria figlia. Ora.. da dove inizio per non far trasparire tutto la mia irritazione nei confronti di questo personaggio? Io avrei troncato semplicemente i rapporti. Un uomo che ha fatto da padre a ben tre figlie (ok non a tempo pieno) e poi si viene a sapere che ha sbolognato la sua perché non riusciva a prendersene cura? Ma dove siamo finiti? Che poi, capisco anche che lui abbia voluto farla crescere in un clima più solare, più positivo e più accogliente, ma è il gesto di aver nascosto la propria identità che davvero non riesco a digerire, anche perché lui non ha troncato i rapporti definitivamente, anzi, li ha mantenuti e li ha resi più solidi. Quindi che differenza avrebbe fatto farglielo sapere fin dall'inizio? Perdonate... ma riesco a sopportare meglio l'omicida. Pure questo è uno di quegli attori che abbiamo visto rivisto e stra visto, sempre un piacere nonostante il mio no al personaggio.
  • Il Dottore:
    possiamo dire l'unica vera e propria figura positiva maschile all'interno del drama? Semplicemente un buon uomo. Un dottore. Una persona che ha fatto del suo lavoro uno stile di vita, e a cui importava davvero del benessere della gente che lo circondava. Un personaggio quasi utopico, che ci ha fatto sognare una famiglia felice per entrambe le protagoniste. Sinceramente non sono troppo dispiaciuta per come l'hanno lasciato cadere in disparte, infatti l'ho sempre considerato un brav'uomo che non aveva bisogno di avere nulla in cambio per le sue buone azioni. E sebbene mi piacesse molto come compagno della protagonista, la cosa che più mi ha rattristato è il fatto di non poterlo vedere come padre della bambina. Perché ho trovato il loro rapporto nato dal nulla davvero troppo bello. Credo poi sia il primo ruolo dell'attore dove io non l'abbia detestato. Anzi, mi ha piacevolmente conquistata in quanto credibilissimo anche in un ruolo completamente diverso dai precedenti. Finalmente posso approvarlo.
Finale:

Direi quasi inevitabile. Poiché costretta a rimanere con la propria famiglia, la nostra protagonista finirà per perdere il tempo giusto per portare via la bambina, finendo per far scoprire il rapimento ai suoi parenti e dar modo alla madre biologica e all'uomo di quest'ultima di rapire la bambina chiedendo un riscatto per la sua liberazione. Situazione che porterà inevitabilmente il caso nelle mani della polizia, che finirà per trovare la coppia in procinto di partire, separandole giusto prima del tanto atteso imbarco. 
Con ora la bimba mandata in un orfanotrofio, e la madre detenuta in attesa del processo, assistiamo alle conseguenze che questa situazione instabile porterà alla prima, e all'incomprensibile arrendevolezza della seconda. 
Fermamente convinta di non aver il diritto di lottare per la bambina (chissà poi perché) nonostante una giudice propensa a suo favore, le confessioni degli abusi della bambina e con l'uomo della madre biologica morto e quest'ultima condannata alla prigione, assistiamo alla caduta di stile della protagonista che affermava di non aver salvato la bambina per gli abusi in se o per darle una nuova vita, ma principalmente perché le ricordava se stessa... 
Condannata infine a 2 anni di libertà vigilata, e quindi impossibilitata ad avvicinarsi alla bambina, assisteremo al 15° episodio fra incredulità, sopportazione e mille e una domande del quale siamo fermamente convinte non ci fosse bisogno di risposte. Probabilmente l'episodio che ho più detestato del drama dove ci viene "svelato" il segreto delle sorelle, e il fatto che tutte e tre siano state adottate (ecco peccato che io, questa cosa, la dessi già per scontata dall'episodio 4)...
Un sacco di dramma quindi, e con ormai la madre in procinto di morire, dopo gli addii di tutti i membri della famiglia, assistiamo al ritorno della bimba giusto in tempo per un'ultima scusa. 
Passano quindi i 2 anni imposti e, mandata in una casa famiglia, la bambina non farà altro che rinchiudersi sempre di più nel suo dolore e nella sua solitudine tanto da rifiutare anche una qualsiasi famiglia adottiva. Questo almeno fino a che la protagonista non si ricorda di volerle bene ed inizia una lotta per la sua adozione. Lotta che dopo l'ennesimo approfondimento dell'ennesima finta madre, si risolverà in due due quattro, con il ricongiungimento delle due. 

Ah... scusate ma proprio non sono riuscita a farmi scendere le lacrime, anzi...
Un finale che non ho apprezzato, chiedo scusa. Onestamente, al di là di aver capito subito il segreto delle sorelle, non mi è proprio piaciuto il modo in cui l'hanno sbrogliato. L'ho percepito finto, infiocchettato con mille frasi fatte e già belle pronte confezionate, nel quale qualsiasi precedente veniva inevitabilmente perdonato e qualsiasi torto dimenticato. Nel quale però io ho continuato a chiedermi se fosse davvero necessario, e quanta differenza avrebbe fatto se la madre della protagonista non fosse stata in punto di morte. 
Non ho apprezzato come abbiano fatto rammollire la protagonista proprio nel momento in cui avrebbe dovuto lottare di più, e proprio non capisco che senso abbia avuto darle un'ordine restrittivo quando la piccola avrebbe potuto andare a trovarla quando voleva lei, passando la notte con la madre, senza che nemmeno l'orfanotrofio la cercasse. 
Non ho poi capito perché lei nei due anni di distanza non si sia informata, non abbia fatto tutto il possibile per arrivare preparata al momento in cui finalmente avrebbe potuto provare a ottenere la custodia della minore. Non ho capito perché abbiano tanto tirato per le lunghe la questione famigliare piuttosto che farci vedere l'involuzione della bimba e il suo modo di affrontare l'ennesimo abbandono, e tutta la parte burocratica e legale dell'adozione. 
Insomma non capisco perché i coreani per qualsiasi cosa preferiscono l'approccio astratto alle tematiche, invece di un approccio concreto che documenti un po' le dinamiche della loro società. Perché perdersi nelle questioni familiari quando avevano un mondo ancora inesplorato davanti a loro? Io non lo so, sappiate però che arrivate all'ultima inquadratura dell'ultima puntata, l'unica cosa che ho fatto è stato sospirare. Purtroppo non credo i coreani capiranno mai quali sono i finali da dover concludere senza lacune e quali siano quelli che anche rimanendo aperti non ne soffrirebbero. Questo ad esempio, con meno spiegazioni spiegazionabili sarebbe stato un successo.

Commentino commentuccio carino caruccio

Ora, mi rendo conto che dalla recensione sembrerebbe che io questo drama l'abbia schifato in toto, e non posso negare che in parte sia così, ma riconosco benissimo il suo valore, e per gli amanti del genere non posso che consigliarlo. 
Infatti tutti miei vari "se", i vari "ma io avrei fatto" e i vari "secondo me" (esclusi quelli riguardanti la produzione di alcune scene) sono ovviamente considerazioni personali sul come io abbia elaborato il drama, e non su cosa ci sia di sbagliato in ciò che ci viene mostrato (incongruenze, funzionalità di trama, gente che cambia opinioni nel giro di un paio di scene e cose così). Perché ogni personaggio si mantiene coerente con se stesso e l'unica parte scricchiolante del tutto la si ha solo col finale. Per il resto infatti, rimane un prodotto ben orchestrato e pieno di dialoghi e scene emozionanti, solo in pieno stile drammatico coreano. Ovvero il messaggio di fondo è bello ma è il modo in cui è confezionato che a me non fa impazzire. 
Del resto ormai lo sapete: sono una persona abbastanza fredda e logica che fatica a comprendere metafore e i simbolismi e a cui raramente lasciano qualcosa. Non a caso ho sempre prediletto le storie ai personaggi, apprezzando sempre troppo poco quei drama che fanno di quest'ultimi e dei loro intrecci il punto centrale dell'opera. 
Non a caso infatti sarei più interessata a dare una chance al drama dal quale ha preso spunto: remake dell'omonimo drama giapponese 
(basato su una sceneggiatura originale) uscito nel 2010, sono proprio curiosa di vedere se con una lente più stringata, meno arzigogolata, che punta più al messaggio diretto che al conquistarti tramite girotondi, io possa riuscire ad apprezzare maggiormente questa storia. Peccato però che non è reperibile da nessuna parte in sub ita (e volendo potrei anche far la pazzia di guardarlo sub eng, tanto bene o male le cose arriverei a capirle, ma sono quasi certa perderei la magia della complessità della storia) e quindi mi sa mi toccherà tenermi il dubbio. Davvero un peccato, considerando che da quanto ho capito ha un finale completamente diverso da questa versione... 

E anche per oggi è tutto! Un saluto, alla prossima!
Fine!

"Ringrazio il Team Italiano "Mother" di viki.com per avermi dato la possibilità di vedere questo drama, grazie"

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