venerdì 5 novembre 2021

Recensione Sleepless Society: Nyctophobia


Dal poster decisamente fuorviante, è un drama thai che si lascia guardare...
... con un non troppo particolare interesse. 
Visione thai iniziata nel mood di halloween, mi aspettavo una storia horror di possessioni demoniache che vedevano protagonisti una madre e suo figlio (perché sì, anche quando ho le trame in italiano perché spendere due minuti leggendole quando è così semplice farsi un idea completamente sbagliata partendo dall'immagine di copertina? Dove sarebbe se no il brivido della sorpresa? Eh?), e invece mi sono ritrovata con un thriller che ci prova a mantenere alta la tensione ma come qualsiasi prodotto thai, ci riesce forse a metà.

Trama:

CEO di un ospedale, la nostra protagonista perderà il figlio a causa di un attacco d'asma e dell'impossibilità di arrivare a soccorrerlo in tempo - causa lavoro. 
Non riuscendo a superare il trauma (e ci credo, cioè mica gli è morto il pesce rosso!) nonostante l'aiuto delle persone care, passerà un anno a concentrarsi sul recupero istituendo un fondo volontario per un associazione a nome del figlio.
Capita però che una notte di pioggia e tempesta, un ragazzino incredibilmente somigliante al dipartito, entri in casa della protagonista e dichiari di essere il bambino morto reincarnato in quel corpo non suo.
*Partono i dubbi, ma le parole del giovane sembrano coincidere perfettamente con l'identità del figlio, e ahimè, quando pure la grande sensitiva Sita propenderà per credere alla storia del nuovo arrivato, ecco che inizierà una folle corsa verso il tempo - che coinvolgerà anche il padre e marito della donna - per impedire che l'anima di Arm lasci per sempre questo mondo. 
Anche se forse... ad una più attenta occhiata... l'anima del ragazzo ha già lasciato questo mondo da un pezzo, e l'unica a voler decisamente credere a tutta questa follia è solo la nostra Meena.

Diciamo che.. la trama era interessante, nulla di troppo innovativo, ma mi ha incuriosita fino alla fine. In effetti volevo capire se le mie previsioni si sarebbero rivelate corrette e come si sarebbero strigati da certe cose. Peccato però che la realizzazione non è all'altezza delle idee. 
Non fraintendete, questo è un altro prodotto esente da trash volontario e pure la recitazione in alcune occasione non è male, solo che... molte delle battute risultano un po' fuori contesto, come anche i comportamenti, e alcune scene non riescono a trasmettere il giusto senso di oppressione e inquietudine che dovrebbero. 
Alcune attenzioni e focus poi non li ho compresi. Certo è da un po' che guardo drama thai e quindi che abbiamo modi di pensare differenti l'ho capito, però ecco... io francamente non ho compreso perché non pensare al povero bimbo posseduto.
Cioè che fosse vero o no, comunque c'era un bambino che per colpa del figlio della protagonista non avrebbe più potuto vivere la sua vita! Cioè almeno informarsi sulla sua famiglia, sulla sua condizione antecedente, se c'era qualcuno che lo cercava! Sì, è vero c'era il santo dottore, ma era anche l'unico che sembrava approcciarsi alla situazione con un minimo di intelligenza!
A parer mio comunque il lakorn cerca di farcela credere un po' troppo, ma nella maniera sbagliata. Infatti rivela subito le carte in tavola e se anche alla truffa ho messo un po' ad arrivarci, tutto il resto risulta fin troppo lineare sin da quando vengono rivelati gli strani comportamenti del bimbo.
Sicuramente un po' lunghetto, forse si poteva fare da 10 episodi e accorciare un pochino la parte centrale.

Personaggi:

Meena:
una madre distrutta dalla perdita del figlio che rifiuta di accettare la situazione, ritrovandosi a credere disperatamente alla nuova e impossibile venuta al mondo del bambino. 
Ora, che sia un personaggio che si rifiutava consapevolmente di vedere la verità e che volesse credere con tutta se stessa nella menzogna non c'è dubbio, però forse c'era maniera e maniera per farlo. Posso immaginare il dolore di questa donna e posso immaginare con quanta facilità si possa raggirare una donna in questa situazione, non di meno non sono riuscita ad apprezzare la sua cecità e la sua ingenuità. Soprattutto perché del tutto disinteressatamente ha voltato le spalle all'unica persona che davvero le voleva bene e stava facendo qualcosa di buono per lei. 
Diciamo che forse avrei preferito vedere un po' più di conflitto con la sua parte razionale, la sua parte che puntava l'occhio sull'impossibilità della cosa, la sua parte che dopo essere sopraffatta dalla parte irrazionale di se stessa, si rassegnava a voler bene al bimbo in quanto bimbo e non in quanto bambino posseduto dal figlio morto. Cioè un po' più come un sostituto, un rimpiazzo. A mio parere sarebbe stata una dinamica molto più terrificante se consideriamo il suo modo di comportarsi sul finale. 
Un personaggio un po' sprecato e un po' lasciato a se stesso durante la messa in scena, dal quale le uniche cose che ho percepito sono state l'enorme amore per il figlio, e una insopportabile ingenuità. 
L'attrice l'avevo già vista in Love Bipolar, devo dire che qui l'ho apprezzata di più - nonostante in alcune scene si veda la recitazione ecco - ho trovato sapesse portare abbastanza bene in scena la sofferenza della perdita. Chissà forse era perché aveva un viso adatto. In più penso sia la prima attrice thailandese che vedo vestirsi decentemente.

Arm/Tom:
ah. Bambino posseduto dal figlio morto della CEO che agogna disperatamente l'amore di una madre, e per questo è disposto a togliere di mezzo qualsiasi cosa si ponga sulla sua strada.
Interessante la psicologia di questo bambino, se solo l'avessero affrontata nel drama. Di lui vediamo solo il lato psicopatico delle uccisioni e l'amore incondizionato per la madre, ma francamente per quanto astuto, dubito che da solo, un bambino così riesca a manipolare così bene la situazione. Forse l'intento era creare un personaggio più cupo, più arguto, più possessivo, ma nell'attualità... sembrava che la maggior parte delle cose gli andavano per il verso giusto di culo o per l'ignoranza degli adulti.
Non mi ricordo dove, probabilmente in uno dei canali a tema cinema che seguo su youtube, sentii dire che un bambino attore bravo e credibile mica lo si trovava da tutte le parti. Alchè rimasi perplessa, perché in tutti i drama coreani da me visti sono stati davvero pochi gli attorini che non sono riusciti a mantenere alto il livello della controparte adulta. Dopo questo lakorn invece ho capito benissimo a cosa si riferissero quelle parole. 
Doppio ruolo, doppia pressione, facciamo qui la conoscenza di un ragazzo (con una filmografia più lunga di quella di un attore medio della GMM) che si impegna eh, ci mette tutto l'impegno del mondo per interpretare il proprio personaggio, ma proprio non ce la fa e in più di una scena non riesce a risultare credibile. Impacciato e molto spesso troppo coreografato, il lavoro è venuto fuori anche discreto, se comparato ai colleghi, ma proprio non sono riuscita a farmelo piacere. Carino caruccio, forse questo ruolo era un po' troppo complesso per la sua giovane età. Un po' come la complessità delle tematiche e della realizzazione del lakorn stesso per il lakorn stesso. Non lo boccio perché deve crescere, e migliorerà di sicuro... ma bo' non ho avuto una buonissima impressione. E più che paura alcune sue scene erano decisamente e involontariamente ilari.

Karn:
il buono della situazione, colui che in un thriller ha il compito indiscusso di indagare sulle cose che non tornano e poi andarle a confessare alla malcapitata di turno. 
Il suo lavoro lo fa egregiamente devo dire, sempre per il lakorn che lo vede presente, anzi mi faceva molto ridere il rapporto con il collega John (che non si sa come sia potuto diventare detective). Però ecco per tutta la loro parentesi mi sono chiesta se in Thailandia fosse normale approcciare un bambino così per strada, obbligandolo a fare cose per giunta. Ma vabbé. 
Di questo personaggio mi è piaciucchiato anche il rapporto con la moglie e quello con la figlia. Certo io avrei sperato in una mossa anche con Meena, però non era questo l'obbiettivo del lakorn.
Un giusto personaggio utile, ma più di questo non è che l'abbia amato chissà quanto. Anche sul finale avrei preferito non l'aiutasse a scappare ma rimanesse fermo nella sua convinzione di farle sapere la verità, solo per il gusto di dirle "io lo sapevo" ma in quel caso non l'avrebbe amata. L'attore non mi ha fatto né caldo ne freddo. Dimenticabile.

Tutti gli altri: ce ne sarebbero, perché di altri personaggi ce ne sarebbero. Come ad esempio Fai, ragazzina che fin dall'inizio ho mal digerito a pelle, e che dopo l'uscita del gatto, proprio no. Oppure Pete e Sita, rispettivamente l'ex marito pez de em, e la truffatrice, del quale mi sarebbe maggiormente piaciuta vedere la combutta, il ragazzino vittima di bullismo che mi stava abbastanza simpatico e aveva il viso stra caruccio, presumo crescerà bene, o il già sopracitato John; ma francamente erano comparse talmente comparsali e funzionali alla trama che mi hanno lasciato davvero poco o nulla.

Finale:

Colpo di scena e scopriamo che la storia del culto di Sita altro non è che una truffa ai danni della protagonista che, convinta di offrire davvero il denaro in cambio di una sicura possessione, si ritroverà con in mano un pugno di mosche, tradita anche dall'ex marito.
Affezionatasi al bambino, e volendo credere fermamente alla sua identità fasulla, nonostante gli assassini commessi da quest'ultimo, deciderà di scappare con lui e iniziare una nuova vita all'estero. 
Con quindi l'aiuto ormai esasperato del dottore, ecco che dopo aver inscenato un rapimento andato a fin molto male - con un esplosione - grazie ai loro passaporti falsi riusciranno a uscire dal paese.
Oramai rilassati e avvolti dal silenzio della notte, durante il volo che li porterà in salvo ecco che l'ultimo nodo verrà al pettine, e quello che fino ad ora era stato solo un sospetto trova conferma dalle labbra del ragazzino che candidamente, ammettendo di aver sempre voluto una madre, si ritroverà a confessare alla protagonista l'omicidio del figlio.

Gli ultimi episodi hanno decisamente aumentato la mia soglia di attenzione, tanto che nel giro di due giorni me ne sono visti 5. Ammetto che una volta messa nera su bianco la faccenda della truffa, mi ero davvero interessata alla sua organizzazione, soprattutto perché vedeva coinvolte persone totalmente diverse, anche se manco a dirlo, non sono rimasta per nulla soddisfatta dalla spiegazione. 
Infatti ci vengono spacciate tre persone che si incontrano a caso e che per soldi e per amore si uniscono in un periodo a caso del drama per dar vita a questa missione spilla soldi. Cioè francamente allora non ho capito il senso di tutte quelle speculazioni e prove sui rapporti fra lo zio di Tom e il culto di Sita, se poi alla fine il bambino aveva fatto tutto di testa sua e Sita pure, incontrandosi per pura casualità a metà strada. 
Il padre poi, non ci viene mai mostrato come arrivi a far squadra con i due tizi del culto, e sebbene ad un certo punto cali la maschera da brav'uomo per rivelarsi l'infame che è, il tutto rimane un po' a casaccio. Avrei forse preferito che sì, il piccolo Tom non fosse tutto centrato, ma che fosse lo zio povero a organizzare il piano con Sita, e che quest'ultima, per renderlo completo, arruolasse anche il marito della protagonista. 
Fatto così... fatto così come ce lo hanno presentato sembra un po' tutto a casaccio. Così come sembra a casaccio la psicologia di Tom, gli atti di bullismo sul ragazzino, i modi di fare di Arm e tutto il loro passato mai del tutto chiaro. 
A fine lakorn poi, quasi quasi mi sembrava di essere alle battute finali di un tipico drama storico coreano. Un sacco di morti, e tralasciando l'evidente incapacità della polizia di organizzare un piano di assalto decente (o anche solo una caccia all'uomo), mi sarei aspettata di vedere qualche ripercussione in più sui protagonisti degli avvenimenti.
Della serie che per il bimbo morto più o morto meno, fregava quel tanto che bastava, ma Meena non era un'assassina, né tanto meno era abituata a far del male alla gente o Karn, che era un dottore, completamente distaccato nel sapere del nuovo comportamento di Meena... non saprei. 
Mi è sembrato tutto un po' troppo comodo farlo finire in questo modo. Anche perché ora che il piccolo Tom ha trovato una madre abbandonerà le proprie cattive abitudini o le affinerà nel tempo tenendola allo scuro? O peggio rendendola partecipe? 
Purtroppo non lo sapremmo mai perché il drama si interrompe proprio sul più bello. 
Io francamente avrei concluso con una sorta di 10 anni dopo nel quale si mostrava una Meena ormai succube di un Tom fuori controllo che, nonostante l'amore materno, non è riuscito a cambiare. Ma io poi che ne so di sceneggiatura, di colpi di scena ecc... ecc..., se ne sapessi davvero qualcosa probabilmente non ne starei di certo qui a scriverne.

Commentino commentuccio carino caruccio:

Un lakorn senza lode ne infamia, un po' sopra la media per qualità della storia e tematiche, rispetto alle solite a cui siamo abituati veder trattate, ma è indubbio che altri paesi le abbiano già mostrate in vesti migliori.
In realtà se devo essere sincera non ho mandato avanti nemmeno un secondo della serie (certo se escludiamo le sigle), forse un paio di episodi li ho guardati con un occhio sullo schermo del pc e l'altro sul telefono, ma in generale non mi è dispiaciuto come progetto. Anzi, mi è interessato vedere cosa di originale e prettamente thailandese ci fosse in una storia che di originale aveva poco o nulla. Be' ecco... quasi nulla.
Visto quasi per errore, infatti dopo averlo messo in lista assieme ad un altro paio di Sleepless Society, avevo scambiato la trama per quella di Insomnia (sì, lo so, solo io posso fare certe cose), una volta iniziato ho pensato che uno valeva l'altro e che visto il tema possessioni fosse anche adatto alle visioni di ottobre, anche se poi alla fine di soprannaturale non c'era nulla e si è rivelato più un thriller mistery.
Dal titolo impronunciabile, onestamente, forse, avrei preferito vedere qualcosa in più legato a questa paura.
Conosciuta più comunamente come la fobia del buio, a parte qualche accenno riguardo il piccolino, in questo lakorn non è per niente trattata, anzi è talmente secondaria che mi stupisco dia il nome al drama. Ma che volete, alcune volte dimentico di dover essere grata per non aver visto di peggio.  
Altra visione tiepidina a tema Halloween, mi sa che visti gli scarsi risultati di quest'anno, l'anno prossimo non ripeterò l'esperimento. 

Comunque, anche per questa recensione è tutto, io vi saluto e torno a visionare My Ambulance (accantonato un primo non troppo accattivante episodio, conto di tornare a riprenderlo in mano in questo periodo, anche perché, il "secondo" altro non è che Dong di Project S - Side by Side! ed è tanto tempo che lo volevo rivedere! L'unica cosa da sperare ora e di riuscire ad arrivare alla fine.)

Quindi un saluto e alla prossima!
Fine!

"Ringrazio Netflix per avermi dato la possibilità di vedere questo drama, grazie"

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